San Ponzo ad un certo punto venne ritenuto un potente negromante, capace di parlare coi morti e trarne divinazioni.
In realtà tutto nacque da un equivoco. Un fantolino, passando vicino alla grotta, vide il santo seminudo inseguire per il bosco una Watussa di due metri, una negrona insomma [NdR – Oggi non si potrebbe dire, ma ai tempi era il termine usuale].
Questa, ridendo eccitata, si rifugiò nella grotta, nella quale si fiondò pure Ponzo.
Il bimbo riferì in paese che ne uscivano altissimi ululati, come solo i fantasmi emettono.
In paese ne dedussero che l’amante negrona (negramante) in realtà era una medium, utilizzata da San Ponzo per predire il futuro.